Il bambino
nasce una prima volta. Poi è come se
nascesse una
seconda volta attraverso una fatica
lunga e
laboriosa per darsi un’identità, per
darsi il
viso, il corpo, il gesto, l’azione, la parola,
il pensiero,
l’emozione, l’immaginazione, la
fantasia. In
breve quel sentimento dell’essere,
della
rappresentazione del sé che gli sono assolutamente
necessari
per autonomizzarsi e distinguersi
dagli altri
individui e dalle cose coi
quali
convive e dalle cui interazioni estrae, poco alla volta, gran parte dei materiali
costruttivi
della sua
identità personale. Per riconoscersi ed essere riconosciuto.
Loris
Malaguzzi
Innanzitutto INCONTRIAMOCI. Nello spazio salone ho chiesto
ai bambini di camminare per la stanza cercando di non toccarsi o urtarsi. Sembra una stupidaggine, invece non
lo è. Significa sapere quale spazio occupi tu e quale spazio occupa l’altro. Dopo invece ho chiesto loro di toccare il
compagno che incontravano dove preferivano(sulla testa, sulla spalla, sulla
schiena, etc); l’altro step è stato chiedere loro di salutarsi calorosamente
quando si incontravano. Significa: Io incontro l’altro e, abbracciandolo, lo accolgo nel mio spazio.
(esercizi da ripetere più volte)
Una volta interiorizzato il concetto di spazio occupato
CAMMINIAMO, sperimentando le diverse andature: piano, veloce, poi ci
rannicchiamo e camminiamo piegati, poi diventiamo giganti con passi lunghi e
pesanti, poi facciamo passettini corti, poi camminiamo laterali, all’indietro,
etc. Abbiamo così visto quante cose possono fare le nostre gambe!
RESTRINGIAMO LO SPAZIO. In salone delimitiamo alcune aree
con lo scotch colorato. I bimbi si ritrovano a camminare in questi spazi
ristretti e devono adeguare la propria camminata a quella degli altri per
evitare di cadere o oltrepassare la linea dello scotch.
Spazio creato e
ricreato. Movimento e immobilità.
A ogni bambino viene consegnato un pezzo di spago abbastanza lungo ( se
le avete a scuola vanno benissimo le corde!);io utilizzavo uno strumento a
percussione. Mentre l’insegnante suona lo strumento i bambini sperimentano liberamente, alcuni
danzavano con la corda, altri la facevano semplicemente roteare. Quando finivo
di suonare suggerivo ai bimbi di far riposare lo spago facendolo dormire. I bimbi
poggiano la corda a terra; e chiedo loro di sdraiarsi con la corda per riposare.
La musica accompagna i loro movimenti: quando è forte i bimbi si alzano e
iniziano a danzare con lo spago; quando è più lenta i bimbi si chinano sul
pavimento per riposare. Quando sono sdraiati invito loro a costruirsi una
specie di “nido” con la propria corda; quando ricomincia la musica lo
distruggono per poi ricrearlo di nuovo.
IL TUNNEL. Ho messo alcuni tavoli uno dietro l’altro e li ho
coperto con teli che arrivavano fino al pavimento. I bimbi passavano in questo
tunnel e quando uscivano venivano accolti con un bel CIAO! BENVENUTO!!
CHI SBUCA DA SOTTO IL TELO? Ho preso un telo lungo e largo e ho fatto un
buco nel mezzo. Sotto il telo c erano 4
bambini a turno, gli altri tenevano fermo il telo ai lati…dall’esterno noi
dicevamo “ voglio vedere Marco” e Marco sbucava dal telo; “ Voglio vedere il
gomito di Monica” e il gomito di Monica spuntava. E’ molto divertente.
LE CAMMINATE CONTRARIE. Abbiamo sperimentato nel salone
alcune camminate un po’ strane: quella da addormentato, quella da ubriaco,
quella del frettoloso, quella dell’annoiato..etc.. Ho poi diviso i bimbi a
coppie; ognuno di loro doveva fare una camminata contraria a quella del bimbo
in coppia con lui. Es se uno camminava da ubriaco, l’altro camminava da sobrio;
se uno camminava da addormentato, l’altro da sveglio, etc. ( i bimbi in questo
gioco ridono come mattiii!!)
Il gioco degli
orsetti. I bimbi camminano in salone, io nomino una parte del corpo che
è quella che ogni orsetto deve grattarsi con l’aiuto del compagno! Per esempio
se dico schiena i due bimbi si “grattano” la schiena l’uno contro l'altro.
Mi fido di te.
Ogni bimbo è in mezzo a un cerchio di 4 bambini. Chiudendo gli occhi deve
lasciarsi andare avendo fiducia nei compagni, che sono pronti a prenderlo tra
le braccia.
Sempre a coppie, uno di fronte all’altro proponiamo un gioco
con la palla. Ogni coppia tiene un telo steso sul quale l insegnante appoggerà
la palla. La coppia deve accordarsi per non far cadere la palla e per farla
passare sul telo della coppia vicina.
Ho notato inoltre molte difficoltà nei bambini nel momento
del rilassamento. Dopo un’attività particolarmente agitata tendo sempre a
calmare con attività di rilassamento. Inizialmente lo proponevo ma molti bimbi
non riuscivano a lasciarsi andare, non chiudevano gli occhi, non apprezzavano
il silenzio, toccavano continuamente i loro amici. Ho così portato a scuola
creme e borotalco; diviso i bimbi a coppie e chiesto loro di massaggiare il
compagno con la loro crema preferita. Con il passare del tempo i bimbi erano in
grado di entrare nella fase del rilassamento senza difficoltà e con fiducia.
Ho poi chiesto al papà di una mia bambina se poteva fare qualche incontro di kung fu ai bambini essendo lui istruttore in una palestra di arti marziali. E' stato super gentile e abbiamo fatto un percorso insieme di sperimentazione del proprio corpo; è piaciuto molto ai bimbi ( che si sentivano come kung fu panda) ed io, come insegnante, ho visto i bambini conoscere una nuova forma espressiva.
Parlando di movimento corporeo, abbiamo trovato interessante
osservare il lavoro di Keith Haring in ; abbiamo assunto le posizioni più
strane in piedi e successivamente a coppie i bambini hanno ripassato il
contorno dei propri compagni nel cortile della scuola utilizzando gessetti
colorati.
Abbiamo potuto così osservare le sagome dei bimbi in movimento. Ci
siamo poi divertiti con la pasta di sale (fatta però con la farina di riso
perché era presente un bimbo celiaco) a ricreare sagome in diverse posizioni,
quelle che ci piacevano di più; li abbiamo cotti in forno e colorati. Infine li
abbiamo incollati su una lastra di compensato colorata di giallo et voilà…ecco
il nostro QUADRO MOVIMENTATO.EHEH!!
Grazie della condivisione.
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